L’instabilità cronica di caviglia (CAI) è una sindrome clinica caratterizzata da distorsioni recidivanti di caviglia e/o sensazione di «cedimento» articolare, che causano dolore cronico e disabilità.
Circa il 40% (fino al 70%) delle distorsioni di caviglia in inversione possono entro 1 anno sviluppare CAI.
I pazienti con CAI presentano una elevata incidenza di dolore cronico (50-70%) causato da condropatia, osteoartrosi, tendinopatie, patologie legamentose e fasciali. I pazienti con CAI presentano:
- Sintomi soggettivi: instabilità, dolore, edema perimalleolare
- Segni clinici: riduzione del ROM (spesso in dorsiflessione), ipostenia, deficit propriocettivi e di controllo neuro-muscolare (deficit di attivazione di glutei, peronei e tibiale anteriore)
Questi deficit favoriscono la comparsa di alterazioni della biomeccanica del passo, della corsa e della ricaduta dai balzi che provocano micro traumatismi ripetuti. I pazienti affetti da instabilità cronica presentano, quindi, un aumentata incidenza di:
- Osteoartrosi (~ 80% dei casi di artrosi di caviglia è dovuto a CAI o a esiti distorsivi)
- Lesioni osteocondrali
- Tendinopatie (Peronei, TP, TA)
- Conflitto antero-laterale di caviglia
Esistono poi altre cause di dolore cronico di caviglia dopo distorsione:
- Conflitto (fibroso, iperplasia sinoviale, osseo, da corpi mobili)
- Instabilità della sottoastragalica
- Sindrome del seno del tarso
- Lesioni tendinee (Tibiali, Peronei, FLA)
- Lesioni nervose (n. Surale e SPE)
Il trattamento della CAI è prevalentemente di tipo riabilitativo, associando la terapia manuale e strumentale all’esercizio terapeutico (ET). In letteratura, i protocolli di rieducazione propriocettiva si sono dimostrati superiori a quelli di solo rinforzo muscolare.
La visco supplementazione fornisce un valido supporto al trattamento riabilitativo, in termini di riduzione del dolore, incremento funzionale e riduzione dell’incidenza di artrosi e tendinopatie. Le tecniche ecoguidate sia iniettive che di needling sono più precise ed efficaci di quelle a mano libera.
In caso di fallimento del trattamento conservativo oltre ai 3 mesi può essere indicato il trattamento chirurgico, mediante tecniche ricostruttive anatomiche e non anatomiche.