La fibromialgia o sindrome fibromialgica è una patologia di natura reumatologica caratterizzata da dolore cronico e diffuso alla muscolatura, alle inserzioni tendinee ed in punti elettivi detti tender points. A questi sintomi si associano generalmente disturbi del sonno, difficoltà della digestione (gastralgia e sindrome del colon irritabile), cefalea ed astenia (“..alla mattina mi sveglio più stanca che alla sera..”).
Dal punto di vista epidemiologico la fibromialgia è una patologia spesso misconosciuta che colpisce prevalentemente il sesso femminile tra 40-60 anni, con una prevalenza del 2-5% della popolazione. In Italia si stima che ne siano affette circa 2 milioni di persone.
La diagnosi è esclusivamente clinica essendo gli esami strumentali e di laboratorio generalmente negativi. I criteri diagnostici secondo l’American College of Rheumatology (1990) sono:
- Dolore cronico diffuso da almeno 3 mesi
- Presenza di dolore alla digitopressione in almeno 11 delle 18 aree definite di Tender Points.
Le cause di fibromialgia non sono state ancora definite con sicurezza. Tuttavia si ritiene che siano da ricercarsi in un deficit genetico dei neurotrasmettitori coinvolti nella regolazione del dolore (noradrenalina, serotonina e dopamina). Altri studi documentano anche un incremento dello stress ossidativo cellulare come fattore favorente la fibromialgia. Queste alterazioni portano ad una ipersensibilità al dolore che clinicamente si manifesta con allodinia (sensazione dolorosa a seguito di uno stimolo normalmente non doloroso) ed iperalgesia (sensazione dolorosa intensa dopo stimolo doloroso lieve). Fattori favorenti e peggiorativi della sindrome fibromialgica sono variazioni degli orari del sonno, stress fisico e psicologico, fumo, sovrappeso, temperature estreme ed in generale una vita priva di regolarità. Alcool e caffeina dovrebbero essere limitate o abolite.
Il trattamento della fibromialgia prevede la sapiente integrazione tra terapia farmacologica, riabilitativa e cognitivo-comportamentale. In generale deve essere incoraggiata una corretta gestione del sonno, un corretto stile alimentare (no al sovrappeso) ed adeguato esercizio fisico (da preferire le attività dolci ed aerobiche). I principali farmaci utilizzati sono i miorilassanti (ciclobenzaprina, tiocolchicoside, eperisone cloridrato) associati ai farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) e nei casi più complessi agli antidepressivi (soprattutto gli inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina, come ad esempio la Duloxetina che ha indicazione sulla Fibromialgia). Utile può essere la supplementazione con Magnesio e Vitamina D (ma anche Zinco e Selenio) che hanno effetti benefici sul metabolismo muscolare e sullo stress ossidativo.
I classici trattamenti riabilitativi ottengono risultati alterni. Per questo motivo i protocolli devono essere personalizzati caso per caso e prediligere cauti e dolci esercizi di mobilizzazione e di detensione mio-fasciale da eseguire eventualmente in acqua (se ben tollerata dal paziente). La massoterapia, soprattutto se praticata in maniera aggressiva, si dimostra invece spesso inefficace. Tra le terapie strumentali sono da preferire le termoterapie esogene (laserterapia ed infrarossi) rispetto a quelle endogene ed alla elettroterapia. Le tecniche di rilassamento classiche (training autogeno, Tai chi, yoga..), la terapia cognitivo-comportamentale e l’agopuntura si rivelano di buon supporto nei casi più difficili, così pure una corretta dieta.
In caso di Fibromialgia rivolgiti al Dr. Alessandro Valent