Il calcio è uno sport di squadra ad impegno aerobico-anaerobico alternato, elevata velocità, alta intensità, con tempi di reazione rapidi, ad elevato impegno dell’apparato muscolo-scheletrico e ad alto rischio di scontro di gioco. Il calcio è lo sport più popolare e praticato al mondo. Si calcola che in Europa ci siano più di 25 milioni di praticanti e 250 milioni in tutto il mondo. Gli infortuni del calcio rappresentano circa il 60% di tutti gli infortuni sportivi. In letteratura sono molti gli studi che si occupano di epidemiologia nel calcio. In base a questi dati si evince che il 75%-85% dei calciatori si infortunano almeno una volta nella stagione.
L’incidenza degli infortuni viene comunemente calcolata con l’indice IFR che consiste nel numero di infortuni ogni 1000 ore di allenamento o partita. Questo indice varia in base al sesso, all’età, al livello agonistico ed al tipo di prestazione (partita amichevole, ufficiale, tipo di competizione o allenamento). Ad esempio nei professionisti si evidenziano circa 8,5 infortuni ogni 1000 ore di attività sportiva (25,9-34,8 partita/3,4-5,9 allenamento), con maggiore incidenza nelle competizioni di alto livello (80,9 infortuni x 1000 ore di partita in Giappone 2002 e 68,7 in Germania 2006) e maggiore incidenza e severità degli infortuni nei campionati del Nord Europa (GB e Olanda) rispetto a quelli del Sud Europa (Spagna ed Italia). Minore incidenza si ha negli Under 18 (4,8 infortuni x 1000 ore di partita) e nei calciatori amatoriali (11,9-16,9 x 1000 ore di partita). Inoltre, sempre in base alla letteratura, la maggior parte degli infortuni avviene nel 2°tempo rispetto al 1°tempo (60% vs 40%), in particolare negli ultimi 15 minuti.
Per quanto riguarda l’entità dell’infortuni l’80-90% sono classificati lievi, minori o moderati (assenza dalla competizione < 4 sett.), mentre il 10-20% gravi (> 4 sett.). L’incidenza delle recidive è del 10-20%.
Le cause di infortunio possono essere di origine traumatica diretta od indiretta. La percentuale d’incidenza dei traumi diretti è maggiore nelle partite ufficiali e nelle competizioni ad alto livello (World Cup o Champions League ad es.), mentre quella da traumi indiretti è maggiore negli under 18, nelle amichevoli ed in generale durante gli allenamenti. L’incidenza dei traumi indiretti è aumentata parallelamente all’incremento degli infortuni muscolari (negli ultimi 10 anni).
La localizzazione segmentale degli infortuni è in prevalenza all’arto inferiore (~80%), seguita da tronco e testa (~15%) e dall’arto superiore (~5%). Caviglia, ginocchio, coscia e polpaccio rappresentano da sole quasi l’80% delle localizzazioni.
Per quanto riguarda la tipologia degli infortuni, quelli muscolari sono i più rappresentati ed in notevole aumento negli ultimi anni (30-40%), seguiti da contusioni (~25%), distorsioni (20-25%), patologie da overuse (10-15%) e fratture (~3%).
I fattori predisponenti sono suddivisi in letteratura in intrinseci (età, sesso, postura, allineamento ed appoggio plantare, forza ed elasticità muscolare, integrità psico-fisica) ed estrinseci (preparazione atletica e prevenzione, calzature e superfici di gioco, numero di partite, idratazione ed integrazione). Secondo la nostra esperienza i fattori predisponenti più importanti sono:
- Preparazione atletica e prevenzione agli infortuni.
- Caratteristiche del calcio moderno (aumento della velocità e dell’intensità di gioco, ricorso sempre più diffuso a soluzioni tecnico–tattiche intense, avvii di stagione affrettati).
- Grado di collaborazione Staff Medico/Staff tecnico.
- Integrità psico-fisica e morfotipo dell’atleta.
Nell’ottica di prevenzione degli infortuni, ricoprono un importanza fondamentale la corretta valutazione dell’atleta, una preparazione atletica equilibrata e la prevenzione vera e propria da fare non solo durante il ritiro ma anche nell’arco dell’intera stagione.
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